Gli anziani sono fragili?

La dieta mediterranea aumenta la biodiversità dei microbi intestinali e favorisce la presenza di quelli che digeriscono le fibre vegetali producendo sostanze antinfiammatorie.

Sommario

 

Tempo di lettura: 3 minuti

 


 

Perché gli anziani sono fragili?

Si stima che oltre il 20% degli anziani, cioè di uomini e donne con più di 65 anni, e oltre il 50% degli ultraottantenni, siano “fragili”. Molti anziani sono fragili perché affetti da malattie croniche che li indeboliscono, ma anche perché, pur senza malattie, si sentono deboli, hanno poca forza muscolare, si stancano facilmente, non sono più capaci di camminare speditamente, hanno problemi di equilibrio, hanno perso massa muscolare (la cosiddetta sarcopenia degli anziani) e hanno problemi cognitivi.

 

Il grado di fragilità, in questi studi, è definito convenzionalmente con un punteggio che somma un punto per la debolezza muscolare (misurata con un dinamometro per la forza della presa della mano), un punto per l’incapacità di camminare velocemente, un punto per un eventuale dimagramento recente, un punto per la sensazione soggettiva di stanchezza e, in talune scale, un punto per la presenza di ogni malattia cronica. 

 

È davvero un destino a cui inevitabilmente andare incontro?

 

 

La fragilità e il consumo di proteine

Nonostante il battage pubblicitario di media, medici, case farmaceutiche interessate a convincerci che l’anziano è necessariamente fragile (attenti anche ai figli troppo protettivi), noi crediamo di no.

 

Un pregiudizio medico diffuso è che se perdiamo massa muscolare dobbiamo mangiare muscoli, o comunque proteine animali (carni, uova, formaggi). 

 

Alcuni studi suggeriscono che effettivamente chi mangia poche proteine animali ha una maggiore probabilità di diventare fragile; altri studi, tuttavia, non trovano alcun vantaggio nel mangiare molte proteine; altri ancora trovano un beneficio solo con le proteine vegetali (legumi, frutta secca e, meno importanti, cereali). 

 

Quindi? 


Certamente non dobbiamo andare in carenza di proteine, ma ancora più importante è prevenire lo stato infiammatorio cronico tipico delle età anziane, la cosiddetta inflamm-aging, termine che designa un’infiammazione cronica di basso grado presente nell’organismo anche in assenza di infezioni.

 

Come prevenire l’infiammazione cronica

L’infiammazione è una difesa dell’organismo, serve a combattere microbi nocivi e virus e a ripararne i danni, ma quando i microbi sono stati sconfitti e i tessuti riparati è bene che l’infiammazione si spenga. 

L’inflammaging, al contrario, è come se continuassimo a combattere quando la guerra è finita; ha effetti nocivi sulla salute, è coinvolta nell’aterosclerosi, nelle malattie cardiovascolari, nell’insufficienza renale cronica, nel diabete, nel cancro, nelle demenze senili e nel deterioramento progressivo delle funzioni vitali degli organi che causa, appunto, la fragilità degli anziani.

 

Il rapporto tra la dieta e l’infiammazione

Gli studi epidemiologici mostrano che chi ha una dieta pro-infiammatoria, cioè una dieta ricca di carni lavorate, carni rosse, cibi conservati, zucchero, farine raffinate, prodotti di pasticceria industriale, ha un maggior rischio di fragilità. 

 

Più studi hanno invece mostrato che la dieta mediterranea tradizionale (cereali integrali, legumi, verdure, frutta fresca, frutta a guscio, poco vino, occasionalmente pesce o latticini e raramente carne) protegge gli anziani dalla fragilità. 


Una meta-analisi, cioè una rianalisi complessiva, di sei grandi studi ha concluso che la dieta mediterranea addirittura dimezza il rischio di fragilità rispetto alla dieta occidentale abituale nei nostri paesi (1).

 

Più studi e una meta-analisi recente di cinque grandi studi hanno infatti mostrato che la dieta mediterranea è associata a un basso stato infiammatorio cronico (2).  

 

L’esperienza dei seminari “La via della longevità felice”

La dieta mediterranea aumenta la biodiversità dei microbi intestinali e favorisce la presenza di quelli che digeriscono le fibre vegetali producendo sostanze antinfiammatorie (3). 

 

Anche noi de La Grande Via, nei seminari per ultrasessantenni che abbiamo chiamato ‘La via della longevità felice’, in soli quindici giorni constatiamo miglioramenti importanti nella forza muscolare, nella flessibilità, nell’equilibrio, nella capacità di camminare velocemente, nella fiducia di poter proseguire nella vita con spirito giovane e senza malattie invalidanti. 

 

Ospitiamo anche giovani che accompagnano genitori che spesso inizialmente sono dubbiosi (“alla mia età ormai…”), ma che alla fine della vacanza tornano a casa trasformati, rinvigoriti nel corpo e nell’anima.

 

Sono seminari in cui mangiamo macromediterraneo, insegniamo a cucinare piatti gustosi e salutari,  pratichiamo yoga in forme adatte alle persone anziane, balliamo, facciamo passeggiate in natura, per chi se la sente facciamo gite in bicicletta, facciamo ginnastica in piscina riscaldata, sperimentiamo brevi periodi di digiuno, pratichiamo esercizi di equilibrio, di attenzione e di orientamento spaziale che aiutano gli anziani a riappropriarsi del proprio corpo e ci avviciniamo a pratiche meditative che aiutano a riappropriarsi della dimensione spirituale della vita.


Note

(1) Cohelo-Junior HJ, Trichopoulou A et al. 2021 Aging Res Rev 70: 101395

(2) Wu PY et al. 2021 Adv Nutr 12: 363

(3) Haram JP 2018 J Med Microbiol 67:40; Jackson M 2016 Genome Med 8:8; Picca A 2019 Nutrients 12: 65

Dott. Franco Berrino
Presidente Associazione La Grande Via
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